Dopo i piatti tradizionali di Natale in Emilia Romagna è doveroso spendere qualche parola anche su quelli di Capodanno. Sono gli stessi? A volte sì, a volte no. La vicinanza tra il Natale e il Capodanno tende a far cambiare i menu. In certe zone d’Italia, anche in Emilia, negli ultimi anni si sono viste sempre più cene a base di pesce, probabilmente per variare le proposte, anche perché spesso il pranzo del primo gennaio sarà di nuovo in famiglia con brodo di cappone e tortellini.
Va fatto notare anche che il cenone di Capodanno è sostanzialmente diverso da quello del pranzo di Natale. Nella maggior parte dei casi non si svolge tra parenti, ma tra amici. Inoltre in certi posti sono previsti anche dei balli o della musica, quindi si tende a farlo durare a lungo (almeno fino alla mezzanotte) con molti piatti ma non troppo pesanti, altrimenti che gusto ci sarebbe a scendere in pista fino alla mattina dopo?
Negli ultimi anni, in linea con la tendenza a non sprecare cibo, si preferiscono menu “snelli” con diversi assaggi senza abbuffarsi troppo e nei ristoranti chiedere la “doggy box” per portare a casa ciò che non si è mangiato non è più visto come un atto ostile al galateo, ma al contrario dimostra che si fa onore al cibo preparato e che non lo si vuole buttare via.
Zampone e lenticchie, un piatto della tradizione emiliana
Ci sono comunque piatti della tradizione che difficilmente mancheranno, è il caso dello zampone o del cotechino, serviti quasi sempre con lenticchie o con purè. Lo zampone e il cotechino sono specialità a indicazione geografica protetta (IGP) che possono essere prodotti solamente in una specifica zona geografica. Con che cosa si mangiano la sera di San Silvestro? Generalmente con purè o lenticchie. Questo legume, in particolare, non manca mai la sera di Capodanno e anche negli stomaci più pieni ci sarà sempre spazio per un cucchiaio di lenticchie. Sapete perché? Perché si dice che portino soldi.
Come mai si dice che mangiare lenticchie a Capodanno porta soldi? Le fondamenta di questa affermazione sono perse nella leggenda, si tratta di una tradizione molto antica che viene fatta risalire addirittura agli antichi Romani, che in occasione del loro Capodanno (il 1 marzo) regalavano agli amici e ai parenti un borsellino colmo di lenticchie secche, con l’augurio che potessero trasformarsi in denaro durante l’anno che cominciava. Alcune tradizioni accomunano la forma della lenticchia con quella della moneta, altre ancora fanno notare il suo alto valore nutritivo e lo fanno considerare un portafortuna (e un “porta salute”) per chi, nei tempi antichi, non poteva permettersi la carne.
Se siete alla ricerca di un posto per il vostro cenone di Capodanno e amate i piatti tipici della tradizione modenese, non potete che dirigervi alla Trattoria La Campagnola di Vignola, dove troverete quella genuinità casalinga che vi farà leccare i baffi dall’antipasto con i borlenghi fino al dolce, passando per tortellini, zampone e, ovviamente, lenticchie beneauguranti. Se poi temete di fare troppo tardi e vi spaventa l’idea di guidare appesantiti dal cibo o da qualche bicchierino di troppo, non dovete preoccuparvi, perché la trattoria da qualche tempo è diventata anche Locanda La Campagnola grazie alla ristrutturazione completa del vecchio fienile. Ecco quindi che dopo la cena di San Silvestro potrete semplicemente andare alla vostra camera e mettervi a dormire in un luogo curato, pulito e con tutti i comfort della modernità, pronti a cominciare alla grande un nuovo anno!