I tortellini sono un piatto emiliano conosciuto non solo in Italia, ma anche in ogni parte del mondo. Sono tante le leggende che circolano sulla loro nascita, pronte a scomodare addirittura la dèa Venere, con la forma del tortellino che sarebbe basata su quella del suo ombelico. È difficile risalire con certezza ad una verità storica esatta, così come è difficile capire effettivamente se il tortellino sia nato nella provincia di Bologna o in quella di Modena, che così alacremente si contendono questo glorioso primato. Dalle fonti più attendibili sembra che il tortellino così come lo conosciamo oggi sia nato a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. “Ecco” direte voi lettori “l’arcano è risolto, il tortellino è modenese perché Castelfranco è in provincia di Modena!”. E invece no, sarebbe stato troppo facile, perché dal 1506 fino al 1929 Castelfranco Emilia è stato sotto la provincia di Bologna. Ecco quindi che gli storici si dividono: il tortellino è nato prima del 1506 e quindi può sventolare i colori gialloblu di Modena? Oppure è nato dopo e quindi può fregiarsi del rossoblu di Bologna? Diciamo che è un po’ come decidere se è nato prima l’uovo o la gallina, tra l’altro ingredienti fondamentali per la sfoglia e per il brodo di questo prodotto tipico.
Che siano rossoblu o gialloblu, a noi sinceramente poco importa: i tortellini sono buoni sia nella provincia di Bologna che in quella di Modena. Non confondiamoli con i cappelletti, che invece sono diffusi in Romagna e che non solo vengono chiusi in maniera diversa (per chiudere i tortellini si forma un anello di sfoglia intorno al mignolo, mentre il cappelletto viene chiuso direttamente unendo le due estremità del triangolo di sfoglia) ma hanno anche un ripieno totalmente diverso, dato che per i tortellini si usano la mortadella e il prosciutto, mentre il cappelletto non li utilizza.
Tortellini di tutti i colori
Oltre alla disputa culinaria sulle origini del tortellino, va detto che il piatto in sé ha subito tante variazioni e al giorno d’oggi si può gustare in tante diverse versioni. Secondo gli anziani, il “vero” tortellino si gusta in brodo, ma si può trovare ormai ovunque anche con la panna, alla boscaiola o al ragu, con buona pace dei vegliardi. È interessante notare che quando cambia il ripieno cambia anche il nome, ecco quindi i “tortelli verdi”, realizzati con impasto a base di spinaci o bietola, da consumarsi asciutti. Stessa cosa per i “tortelli rosa”, dove alla sfoglia viene aggiunta la rapa in modo da farli nascere con quel colore così particolare. Aggiungiamo poi i “tortelli alla fiamma”, con ripieno di ricotta e spinaci e decorati con aceto balsamico.
Per gustare questo arcobaleno di tortellini che vi abbiamo appena descritto non c’è bisogno di girare diversi posti, vi sarà sufficiente recarvi alla Trattoria La Campagnola di Vignola, che ha nel suo menu i tortellini classici (in brodo, con la panna e alla boscaiola), i tortelli verdi, quelli rosa, quelli alla fiamma e i tortelli burro e salvia, oltre a tanti altri prodotti tipici modenesi.
A meno che non abbiate uno stomaco decisamente capiente, probabilmente vi sarà difficile gustare in una sola serata tutti questi tipi diversi di tortellini e tortelli. Non preoccupatevi! Il personale della trattoria ha pensato a situazioni delicate come questa e, a seguito della ristrutturazione del vecchio fienile, ha realizzato delle stanze da letto moderne, eleganti e pulite, dotate di tutti i comfort per chi avesse voglia di fermarsi a dormire. Ecco dunque che la Trattoria La Campagnola si è allargata ed è diventata Locanda La Campagnola, con inclusa la possibilità di usufruire di pacchetti specifici per cenare (o pranzare) e dormire, utilizzando la Locanda come punto base per un itinerario gastronomico alla ricerca delle origini del tortellino!