Immerso nella placida campagna modenese, tra Maranello, Vignola e Spilamberto, Castelnuovo Rangone appare come uno dei classici comuni dell’Emilia, dove le persone sono abituate a lavorare con impegno e a mangiare con altrettanta dedizione. Del resto non è un caso che qui vicino siano nate le tagliatelle, i tortellini, le lasagne e tante altre specialità certamente ottime, ma non facili da realizzare. Dosare, impastare, tagliare, cucinare, tutte azioni per le quali ci vuole impegno.
A Castelnuovo Rangone c’è un monumento molto particolare, probabilmente unico in tutta Italia, posto proprio al centro del paese, tra il municipio e la chiesa, tra Peppone e Don Camillo. Un maiale. Già, avete letto bene, proprio lui, il suino. Un animale che viene utilizzato anche come insulto, un tabù per alcune religioni ma assolutamente fondamentale per l’economia di questi posti e una vera e propria icona, da tempo immemore, della cultura gastronomica dell’Emilia intera.
Questa statua, di piccole dimensioni tanto che i bambini locali amano cavalcarla, è stata inaugurata nel 1997 ed è un dono dell’Ente Esportazioni Carni Olandese come segno di riconoscimento per la qualità del lavoro e dell’impegno delle tante aziende di Castelnuovo nella lavorazione delle carni suine.
Nella provincia di Modena, infatti, la carne di maiale è un alimento essenziale della tradizione culinaria. La zona è famosa per i suoi salumi come il prosciutto, il culatello e la coppa, nonché per il cotechino e lo zampone, spesso serviti con le lenticchie durante il periodo di Capodanno. Inoltre, la zona è nota per la produzione di squisiti piatti a base di carne di maiale, come il brasato, lo stinco e il ragù.
L’allevamento di maiali in Emilia-Romagna ha radici antiche e si è sviluppato nel corso dei secoli grazie alla disponibilità di cereali e foraggi che hanno reso l’alimentazione dei maiali relativamente economica. Inoltre, la regione ha una forte tradizione di salatura e stagionatura delle carni, che ha permesso lo sviluppo di una varietà di salumi e di prodotti a base di carne di maiale di altissima qualità. Non dimentichiamo infine che storicamente queste zone di campagna, fino a qualche secolo fa, erano ricchissime di boschi e le querce proliferavano, ragion per cui un animale come il maiale, lasciato allo stato semibrado dai contadini, non aveva alcun problema a trovare cibo.
La statua del maialino di Castelnuovo Rangone è diventata un simbolo dell’importanza dell’allevamento dei suini nell’Emilia-Romagna e della sua cultura gastronomica. Ma oltre alla sua rilevanza culturale, la statua rappresenta anche la passione e l’impegno dei produttori di maiali della zona, che continuano a mantenere vive le tradizioni di un settore che rappresenta una fonte importante di lavoro e reddito per la regione.
Non lontano da Castelnuovo Rangone, alla Trattoria La Campagnola di Vignola, le tradizioni e i piatti tipici modenesi continuano ad essere vivi e ad attirare tanti turisti o residenti in cerca di quiete. Ecco quindi che in questa primavera potrete godervi i raggi caldi del sole gustandovi le tigelle con il salume (prosciutto crudo, coppa o salame) o con il pesto modenese e il parmigiano, oppure i borlenghi, altro piatto tipico della tradizione modenese ormai sempre più raro da trovare. Potrete omaggiare anche voi il maialino di Castelnuovo brindando alla sua eterna salute e se vi capitasse mai di bere un bicchierino di troppo non preoccupatevi, perché da qualche mese la Trattoria La Campagnola è diventata anche Locanda La Campagnola, con camere comode e moderne, dotate di ogni tipo di comfort. Rilassatevi e godetevi i piatti tipici della tradizione modenese, lo stress quotidiano può attendere.