Conoscete bene l’aceto balsamico? Sicuramente, sapete che si tratta di un condimento che radica le sue origini in Emilia-Romagna e che oramai è amato e apprezzato in tutto il mondo. Ci sono tanti altri dettagli e curiosità da conoscere a riguardo. Sapete di cosa si tratta? Andiamo subito a scoprire le caratteristiche di questo prodotto delizioso e versatile.
DOP o IGP? Le sostanziali differenze
Come ben sapete, i prodotti italiani DOP e IGP sono sempre i migliori. Quando si tratta di aceto balsamico, abbiamo sia quello DOP che quello IGP. Entrambi sono gustosi, ma sono molto differenti tra loro: il primo ha un sapore più intenso e una consistenza decisamente più corposa rispetto al secondo. Questo è dovuto in particolare (ma non solo) alla durata dell’invecchiamento.
Il DOP, infatti, è pronto dopo un invecchiamento che può durare decenni, mentre gli IGP possono essere pronti anche solamente dopo un paio di mesi di fermentazione. I prodotti extra-vecchi DOP possono addirittura essere sottoposti ad una fermentazione di oltre 25 anni. Perciò, la differenza è davvero notevole ed è quasi tutta una questione di tempo!
Perché è stato chiamato “balsamico”?
Conoscere un po’ le differenze tra aceto balsamico DOP e IGP potrà aiutarvi a scegliere il prodotto più adatto a voi e alle pietanze che porterete in tavola. Oltre a questo, però, ci sono altri dettagli e curiosità che vale la pena di conoscere. Con questi presupposti, è il momento di capire perché questo condimento è stato definito proprio “balsamico”. Avete qualche idea?
La risposta è molto semplice: in passato, si pensava che questo condimento fosse ottimo contro il mal di stomaco, ma anche contro il mal di gola. Come ben sappiamo, gli alimenti che propongono questo particolare beneficio vengono definiti appunto “balsamici”. Recenti ricerche hanno dimostrato che l’aceto balsamico non ha tutte le proprietà riconosciute in antichità. Ad ogni modo, è ottimo per ridurre la pressione sanguigna, può migliorare la digestione e rafforzare il nostro sistema immunitario. In pratica, è un buon alleato del nostro organismo.
La degustazione dell’aceto balsamico
Sapevate che l’aceto balsamico non andrebbe degustato usando i cucchiai di metallo? Secondo gli esperti degustatori, i cucchiai di ceramica sono i migliori, in quanto possono mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche del condimento, cosa che invece il metallo non può assicurare. I più tradizionalisti degustano questo condimento mettendone qualche goccia sulla propria mano, precisamente nell’incavo tra l’indice e il pollice. Facendo così, l’aceto potrebbe essere influenzato positivamente dalla quantità di calore emanata dalla mano. Il risultato? Si andranno ad accentuare le sue proprietà organolettiche! Lo sapevate?
Una tradizione del passato che arriva fino al presente…
Un’altra curiosità che vorremo raccontarvi, riguarda una particolare usanza che alcune famiglie emiliane tengono ancora viva nell’epoca attuale. A questo proposito, dovreste sapere prima di tutto che per la preparazione dell’aceto balsamico si usa sempre una batteria di botti. Solitamente, essa è costituita da almeno cinque botti di dimensioni differenti.
Tempo fa si preparava una batteria nuova ogni qualvolta in famiglia nasceva una figlia femmina. Venticinque anni dopo, quel buon balsamico diveniva parte della sua dote. Alcune famiglie portano ancora avanti questa gustosa tradizione… Anche noi della Trattoria La Campagnola abbiamo le nostre batterie, ma non lo facciamo per la dote: le usiamo per preparare il nostro aceto balsamico!